Bhutan, il paese che ha scelto la felicità

Quando il re del Bhutan salì al trono aveva solo 16 anni; all’epoca il Bhutan aveva una monarchia assoluta, e quindi il giovane re si chiese che cosa la sua gente volesse da lui e quali fossero i migliori modelli economici da adottare per soddisfare le aspettative di ciascuno. Presto si rese conto che tutti questi modelli, a prescindere dalle loro aspirazioni politiche e dalle filosofie che li sorreggevano, erano guidati da un unico indicatore, il Pil, che promuove la crescita economica materiale, trascurando le esigenze e i bisogni della gente, cioè la sua felicità. 

Da qui è nata l’idea della Felicità interna lorda. In Bhutan si ritiene che la felicità è data dall’equilibrio fra i bisogni del corpo e quelli della mente. Il Pil è servito a soddisfare i bisogni del corpo. Esso ha portato però ad uno stile di vita consumistico. Noi crediamo che il nostro concetto di felicità debba essere qualcosa di concreto e misurabile; se è così, esso diventa una responsabilità della classe dirigente e l’oggetto delle sue politiche.

 

Il re formulò i quattro pilastri su cui poggia il concetto di Felicità interna lorda: 

– il primo pilastro è uno sviluppo sociale equo e sostenibile, che assicuri assistenza sociale, salute, istruzione, giustizia, in modo tale da mettere ciascun cittadino nella condizione di perseguire la sua personale via alla felicità
– I
l secondo pilastro è quello della sostenibilità ambientale: il Bhutan vive ai piedi dell’Himalaya, una catena montuosa giovane, che sta ancora crescendo. Con un ambiente così bisogna fare molta attenzione: se maltrattato reagisce con alluvioni, valanghe, erosione dei pendii e così via. Oggi il Bhutan è forse l’unico paese in via di sviluppo al mondo in cui la copertura boscosa è cresciuta (oggi è pari al 72% del territorio), nonostante la crescita della popolazione e delle attività economiche
– Il terzo pilastro è la promozione della cultura, che implica anche la conservazione della cultura
– 
Il quarto pilastro è il buon governo. La loro è la democrazia più giovane al mondo. 

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